Cos’è la computer ethics e perché deve diventare coscienza comune
di Giovanni Salmeri, docente di filosofia a Roma Tor Vergata
Il successo dell’informatica e la diffusione capillare di internet ha instillato la convinzione che tutti possano e debbano usare gli strumenti informatici senza preparazione alcuna. Ma è evidente che non è così e sia la scuola che lo Stato dovrebbero intervenire per insegnare agli uomini come funzionano i computer.
Se si volesse dedicare un volume ai risvolti umani dell’informatica, il risultato sarebbe ampio e soprattutto composito. Una parte sarebbe per esempio dedicata ai temi dell’usabilità, quelli cioè che toccano l’interazione tra uomo e macchina e si preoccupano che i programmi siano facili da usare e consentano di ottenere rapidamente e senza errori l’effetto desiderato.
Un’altra parte dovrebbe sicuramente occuparsi della computer ethics, cioè di tutti i problemi morali che nascono, o comunque vengono moltiplicati, dall’uso dell’informatica (per esempio riguardo all’uso dei dati, alla diffusione delle informazioni, al controllo delle reti pubbliche, alle influenze sul concetto di «proprietà intellettuale»).
Visite: 244